La mia versione di “Crazy” (Willie Nelson) per la colonna sonora del cortometraggio moda “The Others Me”

Ciao a tutti, ci tenevo particolarmente a sottoporre alla vostra attenzione questo bel progetto, pubblicato dal sito di Vogue Italia. Un cortometraggio moda, surreale, metaforico e decisamente noir, diretto da Paolo Santambrogio.
Sui titoli di coda, parte questa divertente versione, “riveduta e corretta”, in pieno stile latin anni ’60, del brano “Crazy” di Willie Nelson reso celebre dalla cantante Patsy Cline. Questa garbata e ironica rivisitazione è opera di Michele Monestiroli ed è interpretata da me in “lingua” spanglish.
Spero che vi piaccia almeno quanto è piaciuto a me l’aver preso parte alla costruzione di questo bel progetto, del quale sono anche co-produttrice. Orgogliosamente!

Questo il link per vedere il corto e il suo backstage, sul sito di Vogue Italia:
http://www.vogue.it/talents/talenti-sul-set/2011/12/the-others-me

Father&Son – Intervista con Franco e Daniele Bolelli


Tempo fa ero in autogrill, il giorno dopo un concerto… come al solito mi sono fatta un giro nella zona libri, dischi etc. Tra le varie pubblicazioni, spiccava un librone bianco con tante pagine e un titolo figo: VIVA TUTTO! Di Lorenzo Cherubini e Franco Bolelli. Nonostante la mole, il libro era leggerissimo, come se la carta delle pagine fosse fatta di una sorta di antimateria. Mi ispirava. Non sapevo che Lorenzo avesse scritto un libro nuovo. Comprato.

Lo ammetto, sono lentissima a leggere. Anche se mi piace un sacco, devono passare prima un tot di pagine prima di essere completamente coinvolta…e poi, se un libro mi piace, non lo finirei mai. Insomma una tragedia..

Ho iniziato a leggere “Viva Tutto! “ e l’ho amato subito. Visceralmente. Ci ho anche messo relativamente poco a leggerlo. Ero in un momento molto particolare della mia vita e spesso era come se il libro mi parlasse, mi motivasse, mi spronasse. Mi faceva stare bene e mi sembrava mi facesse riflettere, in modo diverso, su argomenti che mi stanno molto a cuore (l’esistenza umana, il futuro, il presente, l’amore, la spiritualità, la musica, i viaggi, l’universo, la tecnologia, internet, Dio) ma da angolazioni e prospettive spesso nuove e a volte insolite. E poi ho amato l’impianto, la costruzione, l’idea sulla quale si regge tutto questo.

Si perché, praticamente, il libro è congeniato come uno scambio epistolare (via mail) tra Lorenzo Jovanotti e Franco Bolelli (scrittore, filosofo e pensatore moderno), che si fanno domande a vicenda, si pongono quesiti, riflessioni, si scambiano opinioni, punti di vista che a volte sono vicini, altre volte lontani.

Mi sono innamorata del libro, consigliandolo praticamente a tutti. Ho fatto avere i miei più sinceri complimenti a Lorenzo (un artista e un musicista che stimo dal profondo del cuore) e poi, un giorno, ho contattato su facebook Franco Bolelli, per farli anche a lui. Franco, molto carinamente mi ha risposto.

In “Viva Tutto!”, sia Franco sia Lorenzo, citano spesso Daniele Bolelli (il figlio di Franco) che viene “tirato in mezzo” in riflessioni che riguardano soprattutto le arti marziali, lo zen e le religioni. Daniele, nonostante la giovane età, insegna nelle università californiane proprio “Storia delle Religioni”.

In parole povere, tramite facebook, ho conosciuto sia Franco sia Daniele. Due persone speciali, entrambi, certamente fuori dal comune. Stupendi tutti e due. Ci siamo scritti diverse volte e ripromessi di vederci presto per conoscerci, anche di persona. Poi, giorni fa, ho inviato loro questa intervista per il mio blog, che ho scritto una mattina alle 5 tutta d’un fiato. Ci tenevo che rispondessero ad un’intervista doppia senza influenzarsi a vicenda, su quesiti che spesso mi attanagliano… ho pensato che due persone di cultura e di vivacità intellettuale come Franco e Daniele, un padre e un figlio, avrebbero potuto darmi certamente risposte interessanti sulle quali riflettere. Così è stato.

Le pubblico qui, in un’intervista che ho chiamato appunto “Father&Son”.

Cosa pensi della felicità? Esiste oppure no, è un miraggio umano?

FB Esiste, eccome se esiste! Esiste in tanti gesti quotidiani ed esiste come spinta vitale, come relazione forte con il mondo e con la vita, che è più forte anche dei drammi, dei problemi, delle debolezze, dei momenti di ripiegamento e di tristezza e di fragilità. Credo che possiamo essere tanto più felici, se nella vita non cerchiamo altro scopo che la vita stessa, se non ci difendiamo dalla vita.

DB Allo stesso modo come la salute non è meno oggettiva della malattia, la felicità è tangibile e reale quanto depressione e tristezza abissale. Ma non stiamo parlando di una dimensione intoccabile che una volta raggiunta non ci abbandona mai. Si parla di un’attitudine verso la vita che non muta il suo orientamento nonostante momenti di tragedia e dolore. Uno fra i miei idoli, Ikkyu (un monaco buddista i cui principali interessi erano lo Zen, il sesso e il sake’), parla di “gioia nel mezzo della disperazione”. La vita e’ dura—non c’e’ dubbio. E ogni giorno ci imbatteremo in forze che faranno di tutto per darci motivo di deprimerci. Riconoscere la disperazione senza che questa rovini la tua voglia di ridere… questo per me e’ la porta della felicita’.

Che cos’è la biodiversità?

FB E’ l’assoluta, incondizionata, infinita molteplicità e varietà della vita, che si esprime in migliaia di forme, di movimenti, di organismi. E’ il principio per cui tutte le cose viventi generano sempre più cose viventi.

DB E io che ne so? Mi hai preso per uno intelligente? 🙂

Credi che gli uomini stiano andando verso una evoluzione “buona”? Oppure che siamo destinati all’autodistruzione? In qualunque caso, perché?

FB L’evoluzione è evoluzione e basta. In quanto evolve è buona, ma l’evoluzione non è soltanto buona o virtuosa: l’evoluzione – tanto da un punto di vista globale quanto da quello della nostra esistenza singolare – è anche un rischio. D’altra parte quando mai è esistita una singola esperienza umana appassionante che non sia quel tanto rischiosa?

DB Entrambe le cose. E’ innegabile che l’umanità stia flirtando con l’autodistruzione. La quantità di veleni che mettiamo nell’atmosfera a volte senza nemmeno rendercene conto è oggettivamente inquietante. L’idiozia del fondamentalismo religioso e una mostruosa avidità sono due forze gemelle che ci portano ogni giorno più vicini all’abisso. Deprimente? Sì, ma al tempo stesso, molte cose sono migliorate in meglio. C’è oggi meno razzismo e più apertura mentale in buona parte del mondo di quanta ce ne siamo sognati per secoli. Esiste un sempre crescente numero di persone che si sbatte per inventare nuove soluzioni meno nocive a umani e al pianeta. I segni positivi sono potenti quanto quelli negativi. La corsa è tirata ma è tutt’altro che decisa.

Che cosa ti piace di più della dimensione umana? Potresti definirti un filantropo oppure no? Come ti definiresti?

FB Sono attratto dagli esseri umani, dalle vite singolari, dalle storie degli umani. Ad attrarmi in particolare è quell’umanità che si slancia, che prova a mettere al mondo qualcosa che prima non c’era, che sposta frontiere, che allarga orizzonti, che nutre le energie di chi ha intorno.

Non mi definirei, mai. E’ una questione che non mi pongo. Ci sono e basta.

DB Argh… mi definirei… “inquietantemente bello”. Ok, scusami, la smetto di dire cazzate. Continuo un pò quello che dicevo sopra. Forse è la mia assuefazione a risposte yin-yang, ma penso di essere profondamente filantropo e misantropo allo stesso tempo. La stupidità umana è di una potenza innegabile. Non si perde mai a scommettere su di lei perchè e’ ovunque. Quindi, in un certo senso, buona parte dell’umanità mi appare di una mediocrità penosa (questo è ciò che succede se leggi troppo Tao Te Ching e Nietzsche da piccolo). Ma al tempo stesso, ci sono anche tanti umani dotati di un coraggio, calore e creatività commuovente (bella l’allitterazione, eh?). Amo gli animali, ma ciò’ che mi piace di più degli umani è che più di ogni altro animale abbiamo un ampissimo campo di scelta. Alcuni la usano malissimo e altri benissimo, ma avere più ampie possibilità non è mai una cosa a cui rinuncerei.

Quando pensi all’umanità pensi prima all’individuo o alla collettività? Perché?

FB Mi appassiona la possibilità di un sé eccezionale che condivide e coevolve con tanti altri sé eccezionali. Mi appassiona l’ego che si espande insieme con altri ego.

DB Francamente, non è che ci penso molto. Capisco che la risposta non è esattamente illuminante, quindi provo a fare di meglio. Pensare troppo solo all’individuo significa perdere di vista il globale e passare troppo tempo ad ammirare il proprio ombelico – cosa che solo di rado è una buona cosa. Pensare troppo alla collettività significa dedicare troppo tempo a cose su cui puoi avere un impatto minimo e quindi può essere paralizzante. Una sana via di mezzo mi sembra di rigore.

Cosa pensi della famiglia?

FB Penso che una donna e un uomo debbano vivere la propria relazione come una grande impresa, e che debbano come una grande impresa crescere un bambino. Se la famiglia è questa cosa qui, è quanto di più essenziale. Altrimenti no.

DB Intendi la “famiglia” nel senso del Padrino o in un altro senso?

Se mi fanno regali di compleanno, mi piacciono. Se no, si fottano.

Rispetto alla religione che posizione assumi? Credi in Dio? Sei ateo? Agnostico? Come definiresti in pratica la tua “posizione di fede”?

FB Sono estremamente pragmatico, tendo a impegnarmi al duecento per cento in ogni cosa che posso fare e risolvere, e a non occuparmi di questioni che in ogni caso non potrei risolvere. Credo prepotentemente alla potenza biologica, alla grande corrente vitale.

DB Agnostico con asterisco. Ovvero, vivo al tempo stesso momenti in cui mi sembra che non esista alcun senso né logica nell’universo e altri in cui mi sembra ovvio l’esatto contrario. Le mie sensazioni ed esperienze a riguardo sono ugualmente potenti quindi mentirei se per semplicità decidessi di ignorarne un tipo a favore dell’altro. Chiaramente, però, se per “Dio” intendiamo un vecchio nel cielo con la barba bianca e premia i buoni e punisce i cattivi… non credevo a Babbo Natale neanche da bambino.


Credi che esista la reincarnazione?

FB Fino a poco tempo fa liquidato la cosa con qualche battuta teneramente sprezzante. Ma ho una moglie che crede alla reincarnazione, e vorrei passare con lei tante altre vite. Così continuo a sorriderne, ma mi diverte pensare che possa esserci.

DB Boh! E se anche esistesse – cosa possibilissima – che cosa vuol dire? Senza il nostro corpo né ricordi, che cos’è che rimane di noi? Cosè questa “anima” che si reincarna? La reincarnazione crea più domande che risposte. Il che non vuol dire che non esista, ma è complicata anche solo da concepire. Comunque, per natura il “credere” non mi piace. O le cose le conosco per esperienza oppure non sono parte del mio conoscere, nel qual caso “credere” vuol dire ben poco. Credere o non credere sono passatempi a mio personalissimo giudizio che lasciano il tempo che trovano. O sai per esperienza o non sai. Tutto il resto sono chiacchiere.

Credi che l’idea di Dio aiuti le persone a stare meglio, oppure le distragga solo dal dolore?

FB Dovremmo chiederlo a loro. Non ho una posizione ideologica, in merito: tutto quello che aiuta una persona a star bene mi piace anche se posso non condividerlo. Temo che per moltissimi Dio sia soltanto una consolazione.

DB Temo che comincerai a notare un ritornello nelle mie risposte visto che ti dico “entrambe le cose”. Di sicuro aiuta molti a stare meglio, ma anche credere a Babbo Natale lo fa. Ma alla fine l’unica cosa che conta sono i risultati. Se il tuo credere (o non credere) in Dio ti rende una persona piu’ gioiosa e piacevole, allora mi piace. E se no, no.

Ti chiedo di raccontarmi un’immagine . La prima che ti viene in mente.

FB Il giorno in cui su Skype, neanche un’ora dopo che era nata, mi è apparso mio figlio tenendo in braccio la sua bimba, e io in un vero flash rivelatorio ho rivisto me a ventitré anni con in braccio lui appena nato.

DB Una bellissima immagine che ho visto di recente ritrae una splendida donna (tale Paola Iezzi… la conosci?) che tiene vicino alla testa una copia di un mio libro. Posso commuovermi in diretta?

Cos’è la bellezza per te. Raccontala come preferisci.

FB Non ho un’idea estetica della bellezza. Mi appassionano le facce, i gesti, i sorrisi, i movimenti dei corpi. Mi appassionano tutte le manifestazioni vitali fatte di slanci. Su un orizzonte più globale, trovo splendidi quegli esseri umani che abbracciano spinte così molteplici da apparire contraddittorie e che riescono a trasformarle in inestricabile armonia.

DB Vedi risposta sopra… ok, la smetto di adularti. La bellezza è la risata della mia bimba (che ha appena compiuto due anni e si è svegliata dicendo “Birthday… Party… Iz… Cake”) La bellezza è qualunque cosa crei felicità.

Infine vorrei sapere la “tua” canzone. Solo una.

FB Una?! Una ?!?! E’ una tortura! In questo momento, ti direi “Everything In Its Right Place”, Radiohead. Ci sento dentro in forma di suono tutte le tue domande e le mie risposte e quelle di Daniele, e anche le mie domande e le tue risposte e le sue.

DB Solo una?!?!?!?!??!?!?! Argh… mi fai del male. Ce ne sono veramente tante… Ok, mentre scrivo la mia bimba ha interrotto la fila di scuse che mi ero preparato e ha scelto per me. Ha fatto partire sullo stereo “Is This Love” di Bob Marley e si e’ messa a ballare. E chi sono io per non adottare la sua risposta?


FRANCO BOLELLI

Franco Bolelli e nato a Milano nel 1950, è uno dei più influenti filosofi moderni italiani. Si occupa di innovazione, nuovi modelli mentali, sentimentali, comunicativi, progettuali, vitali. Molti libri, in particolare Viva Tutto! con Lorenzo Jovanotti Cherubini, e prima “Cartesio non balla” e “Con il cuore e con le palle”.

DANIELE BOLELLI

Daniele Bolelli è nato a Milano nel 1974 da una famiglia di scrittori. Ha pubblicato diversi libri tra i quali il suo primo personale, “La tenera età del guerriero”, quando aveva solo 22 anni. Attualmente vive a Los Angeles, dove è professore, artista marziale e scrittore. Insegna le religioni del mondo, la storia delll’antica Roma, storia e filosofia delle arti marziali, oltre a tenere numerosi corsi sul rapporto tra cinema e storia. Forse più peculiare del suo repertorio è lo stile delle lezioni di Bolelli, che combina la complessità dei temi affrontati con molta ironia e “gergo da strada”, per questo è stato definito “mezzo comico e mezzo ‘maestro zen’. Questo particolare mix di stili lo ha reso molto popolare fra gli studenti. Daniele Bolelli ha appena pubblicato il suo nuovo libro dal titolo “ iGod – Istruzioni per l’uso di una religione fai da te”.

My 5 must-have for summer 2011


TAKE A LOOK TO THE GALLERY!

Papillon Cor Sine Labe Doli – Shirt with ruches Francesco Scognamiglio
Sombrero Prada
Sunglasses Mercura NYC
T-Shirt with golden chains Unesthète
Cloche “Marlene Gold” by Super Duper Hats – Blouse Burberry

Photography Paolo Santambrogio

Golden Circus – Soundtrack “For Today I’m a Boy” di Antony & The Johnsons interpretata da Paola Iezzi

CLICCA QUI E GUARDA TUTTE LE FOTO

Le fotografie sono di Paolo Santambrogio;
i ritratti sono stati realizzati in Sardengna, nel Sulcis.

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Sull’ignoranza

“Avallare l’ignoranza contribuisce ad abbassare il livello medio del gusto e della qualità della vita stessa e fa si che la società sprofondi sempre più nell’oblio più completo. Confrontarsi con chi ne sa più di noi, ci aiuta ad avere una visione più ampia e globale. Chiudersi a questo confronto significa precludere a se stessi e alla società della quale siamo parte, la possibilità di progredire e di evolverci in qualcosa di meglio.
Difendere, quindi diffondere l’ignoranza è quanto di peggio una società illuminata e un individuo, che per di più si dica sensibile ed illuminato, possano fare, soprattutto se questa difesa ipocrita venga fatta per il proprio personale tornaconto per accrescere il proprio ego.”
Paola Iezzi

Flamboyant Editorial – Il video di backstage con la mia personale versione di “Anarchy in the UK” come colonna sonora

Soundtrack “Anarchy in the UK”, special acoustic version coinceved, produced and singed by Paola Iezzi, music by Picoduet .The official backstage of the Flamboyant Magazine editorial, “Long Live the Queen”. The Flamboyants, Paola Iezzi and the photographer Paolo Santambrogio pay homage to the Dame Vivienne Westwood. Make-up Adrian Alvarado, hair Masha Brigatti. All clothes and accessories by Vivienne Westwood Gold Label, Red Label, Anglomania and archive. Special thanks to Claudia Tavello and to 117 Studios Milano.

Apre il sito ufficiale di Alda Merini


Grazie alle figlie di Alda, nasce aldamerini.it
Le figlie di Alda Merini inaugurano sulla rete il primo sito web ufficiale dedicato alla memoria della poetessa recentemente scomparsa.
La Merini raccontava: “ho avuto quattro figlie. Allevate poi da altre famiglie. Non so neppure come ho trovato il tempo per farle. Si chiamano Emanuela, Barbara, Flavia e Simonetta. A loro raccomando sempre di non dire che sono figlie della poetessa Alda Merini. Quella pazza. Rispondono che io sono la loro mamma e basta, che non si vergognano di me. Mi commuovono”
Nonostante le parole della madre, Emanuela, Barbara, Flavia e Simonetta ci fanno uno splendido regalo pubblicando on-line aldamerini.it, come mi scrivono nella loro lettera “un’antologia in ricordo di Alda, un elogio all’ape furibonda, alla sua figura di scrittrice e madre perchè “niente per una donna è più simile al paradiso di un figlio che le farà sognare l’amore per sempre”.
Io, per l’amore e la stima che ho nei confronti di Alda, non posso far altro che segnalarvi il sito e invitarvi a conoscere, o se la conoscete già ad approfondire lo straordinario mondo delle poesie di Alda Merini.

www.aldamerini.it

Grazie, Paola Iezzi

Ho visto Nina volare…


Come è possibile provare un’emozione così forte dopo tanti anni e tanti palchi, tanti concerti…?
Ecco come mi sentivo alla prima di “Ostinati e Contrari” al Franco Parenti di Milano. Emozionata è un eufemismo.
Sono nel camerino e non riesco a stare ferma. Niente. Così mi catapulto nel backstage per osservare attraverso una feritoia nel telo nero… “Laudate Ominem”… non manca poi tanto al mio ingresso… c’è qualche problema con i video… accidenti! La prima è sempre la prima… accidenti!… Ma tutto sembra andare liscio, comunque. Oddio, eppure le gambe non stanno ferme, un groviglio nello stomaco… poi guardo i ragazzi che vanno e vengono dal palco con i loro oggetti. Li ripongono e ne prendono altri. Seri. Concentrati. Calmi. Come fanno ad essere così calmi?… mi chiedo… Yukie ha già cantato “Ottocento”… chissà com’è andata… e anche Giops… gli occhiali… li aveva rotti poi?… boh…
Joao, Emmanuella, Alessandro, “La Guerra di Piero”, che emozione Shukri che “canta” con la lingua dei segni… e la parte più bella sul finale quando il pezzo si apre in un’armonia meravigliosa e i ragazzi alzano i cartelli con scritto B A S T A. Mi venivano sempre le lacrime agli occhi alle prove sul pezzo di Shukri. E anche ora…
Le gambe tremano più forte. Ora è Niccolò ad entrare… prima il suo monologo… “è lo stesso grido ma non lo sento… è lo stesso dolore, ma non ho lo stesso diritto!” . “Andrea s’è perso, s’è perso… e non sa tornare…”. Incrocio Giops e gli chiedo com’è andata, mi dice “non sentivo benissimo, ma mi pare bene…” gli chiedo “è pieno il teatro?” mi dice “si”. Che bello. Pieno… Aiuto… Pieno…
“E il secchio gli disse, gli disse Signore…il pozzo è profondo”… faccio il giro del backstage e inizio a portarmi vicino al mio ingresso… manca ancora un pochino. Durante il tragitto mi giro verso Masha per cercare di tranquillizzarmi, lei ci prova con il sorriso, ma niente. Ma che succede? Ho provato il pezzo centinaia di volte. E’ un pezzo solo… stai calma – mi dico – il mio abito e il faux-cul sotto mi impediscono di muovermi agilmente nello stretto del retropalco… buio. Imbragata sotto al meraviglioso abito di Vivienne, le mani gelide vado verso la postazione del fonico di palco… vicino alla mia quinta… passo davanti ad alcuni dei ragazzi che erano seduti lì momentaneamente in attesa delle scene successive. Passo sorridendo ai ragazzi in silenzio, Nic sta terminando la canzone “Na na na na na na na na”, incrocio lo sguardo di Ascanio. Ascanio è un ragazzo autistico. Lui non parla mai. Dice solo poche cose e le ripete sempre due volte, siano gesti o parole… quando passo, Ascanio allunga la sua manona verso di me e prende la mia, mi guarda negli occhi con uno sguardo che io a parole non saprei descrivere. Me la stringe allora il mio cuore si apre e la paura boh… non so che fine fa… scompare. Gli sorrido con amore… lo ringrazio, ma mi sembra di restituirgli molto meno di quanto lui mi abbia dato in quei pochi secondi. Ritraggo la mano per proseguire il mio cammino e lui me la prende nuovamente. Ricordo si… Ascanio deve ripetere i gesti e le parole… due volte… così sorrido tra me… Ascanio ha mandato via la mia paura quella sera…
Così m’infilo i miei stivaletti con il tacco impossibile, ma non tremo più, sono solo pervasa da un sentimento di gioia, di euforia…. “Forse fu all’ora terza, forse alla nona, cucito qualche giglio sul vestitino alla buona”… la bella voce di Ambra scandisce “L’infanzia di Maria”, dopodichè toccherebbe a me… pochi minuti dopo avrei recitato Alda Merini e cantato “Ho visto Nina Volare”… Intravedo la scena dal velatino… Aida prende uno schiaffo, cade… il coro scandisce “scioglie la neve al sole, ritorna l’acqua al mare, il vento e la stagione ritornano a giocare” … “E fosti tu giuseppe un reduce del passato…” è quasi ora. Sono serena, concentrata, la mia valigia rossa è di fianco a me, gli air-monitor accesi, l’archetto sistemato, l’anello e la busta da dare a Sebastiano sono con me… sono pronta… “E mentre te ne vai, stanco d’essere stanco, la bambina per mano, la tristezza di fianco pensi “Quei sacerdoti la diedero in sposa a dita troppo secche per chiudersi su una rosa, a un cuore troppo vecchio che ormai si riposa”. Il piano suona… io entro… indugio un po’ con la valigia… Poi mi fermo, attendo un secondo e attacco… “Non ho bisogno di denaro, ho bisogno di sentimenti…” è un turbinare di bellezza, emotività, ricordi, emozioni, stordimento, pace, incantesimo, respiro, ebbrezza, fantasia, liberazione e libertà… finisce in un attimo… fuori tutto… come inspirare ed espirare. Ossigeno puro, pulito, nuovo.
Attendo Seba. Ci guardiamo fisso… occhi negli occhi, avrei voluto abbracciarlo forte, ma gli metto l’anello al dito, gli do la lettera… gli indico la valigia scanditi e storditi da un ritmo jungle di percussioni ed elettronica… Poi io mi volto ed esco lentamente, mentre lui attacca … “Sono la pecora sono la vacca, che agli animali si vuol giocare, sono la femmina camicia aperta, piccole tette da succhiare…” apre la valigia, il boa rosso di struzzo, Joao indossa un orecchino d’oro “nella cucina della pensione mescolo i sogni con gli ormoni”… “finchè il mio corpo mi rassomigli sul lungomare di Bahiaaaaaaaaa” pervaso dal profumo di Fernanda, Seba incalza “sono le braci di un’unica stella che squilla di luce di nome …” e poi piano sussurra … “Princesa”…
Nel frattempo mi inserisco (a fatica per via del vestito) con Nic in mezzo al coro e ci uniamo nella parte finale dietro al velatino… insieme a Laura, vera e amata “responsabile” della mia presenza lì…
“Si balla, si Balla”… ecco la festa… parte “Spiritual”… “Dio del cielo se mi vorrai amare scendi dalle stelle e vienimi a cercare… oh Dio del cielooooo, oh Dio del cielooooo…” Siamo alle battute finali… qui percepisco la gente che si scioglie come ci sciogliamo tutti noi on e back stage… il rythm and blues, il gospel di “Spiritual”, liberano e divertono i ragazzi sul palco… sembrano davvero spassarsela come ad una festa e poi tutti aspettiamo il momento in cui Francesco fa il suo balletto da solo al centro del palco e viene portato via per un orecchio… il pubblico ride e noi ridiamo pure, sbirciando la scena da dietro le quinte… ora siamo un tutt’ uno davvero… ora che anche le ultime tensioni sono evaporate.
Che bellezza osservare la bellezza, l’armonia… Raffaele fa il suo pezzo… su Paolo… suo fratello che è morto bruciato sul posto di lavoro… mi commuove… Masha pure si commuove con me, quando il coro attacca…
“Anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio…” e il palco diventa un palazzo… e i ragazzi armati solo dei loro caschetti fanno gli equilibristi su travi e ponteggi immaginari… “per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti”…
Il sipario si chiude… Lo spettacolo è finito… la gente applaude… applaude forte… il sipario si riapre e parte Khorakhanè… mi viene in mente l’Irlanda, la prateria dei pionieri, la brughiera, l’Australia… tutti escono pian piano tenendosi per mano a turno a prendere gli applausi… l’avevo visto fare agli attori centinaia di volte a teatro… la gente è tutta in piedi…. io esco con Yukie… che emozione….che sensazione… che calore indescrivibile… infinito… sul palco abbraccio un pò tutti… la piccola Vanessa, Francesco (che mi vuole sposare, a patto che io non ingrassi prima del matrimonio, e neppure dopo!) Badu, Michele, Nic, Giops e non so più chi altro… sono stordita… Quando poi il sipario si chiude definitivamente, rimaniamo tutti lì come un piccolo microcosmo folle d’amore e di felicità… alcune persone spostano il sipario e si fanno largo in mezzo a noi sul palco… tra queste (amici, conoscenti…), una bella signora. Bionda, snella. E’ Dori Ghezzi. Mi abbraccia e mi chiama per nome… “Paola, complimenti! Brava!” il suo sguardo è gioioso, commosso, diretto… sono rimasta interdetta per qualche secondo… la ringrazio provando un’immensa sensazione di felicità e di unità indescrivibile… tutte le nostre diversità messe insieme avevano creato un momento irripetibile e bellissimo… “qual è dunque il problema nell’ essere diverso ora? E poi.. .diverso da chi… da che cosa?”… mi chiedo, mentre saluto, rido, abbraccio, bacio…
Così quella sera, in quel clima di euforia, il 18 Febbraio 2010, mentre nelle tv italiane imperversava la macchina televisiva del “Festival di Sanremo”, io, per la prima volta al Teatro Franco Parenti di Milano ho visto Nina volare… con Faber e con gli “Ostinati e Contrari”.
Grazie con il cuore a tutti quelli che c’erano…
Paola

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In alto a sinistra la locandina dello spettacolo; dall’alto in basso foto di Paolo Santambrogio, Marco Piraccini, Alessandro Ummarino, Katia Nunzi e Iris Stefansdottir. L’abito di scena di Paola è di Vivienne Westwood, il make-up di Masha Brigatti. Per lo styling si ringrazia Enzo Vaccaro.

Les Femmes di Yvo Bisignano

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Siamo sotto Natale.
Una mostra d’arte è l’occasione per incontrare un po’ di amici prima del 25 dicembre 2009. Manco a farlo apposta a due passi da casa (in p.zza Cantore) Ivo espone le sue “Femmes”. Conosco Ivo da poco più di un anno e mezzo. Siamo amici, ma abbiamo anche collaborato spesso e volentieri su vari progetti, non ultimo il mio videoclip “Alone” e devo dirlo, sono una sua grande “fan” perchè è un artista. E io amo gli artisti puri e lui lo è. Puro e Artista.yvojpg Ha un concetto della bellezza distante, altero, severo, elegante, ma al tempo stesso cattivo e anche… si, divertente!
Lo stile delle “Femmes” è naturalmente impeccabile, amabilmente snob, non per acquisizione, ma per natura. Stanno fra loro, oppure sole per sempre. Hanno occhi trasparenti, come acque marine, come nelle fotografie di Lindbergh, hanno colli lunghi come dei Modigliani e sono colorate, coloratissime. I colori sono decisi, netti, ma accostati fra loro con gusto e sapienza. Le fogge degli abiti dei capelli e, a volte dei cappelLi, variano, dagli anni ’30 agli anni ’50 ai fine ’70. Ma, mentre il colore degli occhi resta invariabilmente azzurro chiarissimo, il colore dei capelli diventa rosa, rosso, verde, violetto, arancio. Le pose di una sofisticata ricercatezza… le vediamo frontali, a tre quarti, di profilo, con il capo leggermente reclinato. In alcune di loro leggi la noia, in altre la malizia, in altre ancora una sorta di sorriso appena accennato, quasi di circostanza, aristocratico, arcaico come un “kouros di melos”.
Le femmes sono un trionfo di colori e di espressività. Di vita. “Le femmes” ci osservano, ci guardano brindare nei loro completi eleganti, con le gote rosate e le labbra rosse e burgundy, con le loro cloches e le collane di pietre dure tanto che, di tanto in tanto, guardandomi intorno, mi pare abbiano quasi un’aristocratica compassione per questi esseri umani che cercano disperatamente di dare un senso al tempo, all’amore e alle sommosse nelle piazze.
Grazie Ivo, Buon Natale.

Paola Iezzi

LES FEMMES

“Donne tristi, malinconiche, cocteauiane, sempre perfette anche in gruppo ma ovviamente sole, dove la solitudine da sfogo alla loro creatività di essere uniche, irrangiungibili, nel loro modo di apparire, nei loro confronti e nei confronti di una società che non le rappresenta.”
Yvo Bisignano

Olio su tela, olio su legno, colori decisi netti, pennellate violenti poco inclini alle sfumature.

IVO BISIGNANO. Siciliano di nascita, studia e consegue la Laurea in architettura a Berlino, poi il Master.
Talento poliedrico lavora in diversi ambiti dell’industria della moda; Ivo è un illustratore per Conde Nast, per Rizzoli e per Mondadori. Allo stesso tempo è stylist e consulente moda, partecipando a numerosi progetti artistici in giro per il mondo.

Esposizione presso il “Vavamoom” di Piazzale Antonio Cantore, 3 a Milano. Fino al 6 Gennaio 2010.

yvoQui sopra l’interno del Vavavoom di Piazza Cantore, sotto da sinistra Filippo Maria Biraghi di Flamboyant, Yvo Bisignano e me.

yvo2Qui sopra Andrea Boschetti di Flamboyant con me, di fianco ancora io e Filippo; anche Ivo fa parte del gruppo di Flamboyant Magazine. Il mio abito e il mio cappotto sono di Francesco Scognamiglio

“Gold Seeker” portraits

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LA FEBBRE DELL’ORO

Chi si sporca più a cercare oggi.
Presi da meccanismi di onnipotenza, immersi in tutto ciò che già possediamo e che mai ci basta. Mai ci basta. Si va a prendere dove già sappiamo che c’è. Senza troppi sforzi.
Ai pionieri veniva la febbre. Deliravano. Dopo mesi, anni, passati con le gambe a mollo nei corsi d’acqua in cerca di pepite gialle.
Sperando di trovare ciò che avrebbe cambiato il corso della loro esistenza. Per affrancarsi dalla miseria, venivano colti da una miseria ben peggiore. Quella della perdizione di sé. Della totale identificazione nell’oggetto dei “l’oro” desideri. L’Oro…
Diventavano loro stessi una pepita d’oro. Una moltitudine di gente, di emigranti, di cercatori, di bisognosi, di avidi, di galeotti, di padri di famiglia, fratelli, mariti …in cerca… con la fede pregavano, la speranza di trovare…
Volti provati, sporchi. Occhi spalancati, occhi stanchi, allucinati, deliranti per il barlume di un sogno: uscire dalla povertà. Trovare di che sopravvivere, ma tutto sommato sognare. Sognare un’esistenza migliore, più bella, vivibile. Un’ esistenza decente.
Cosa resta oggi dei sogni? Cosa resta dell’oro? Non c’è più oro. Non c’è quasi più niente. Il nostro mondo sprofonda. La nostra cultura dorata sprofonda, ebbra di sé, crolla.
Cercavamo l’oro, ma credevamo di cercare la felicità. Quindi? Ci siamo confusi, è vero, ci siamo sbagliati, perché l’oro e la felicità sono cose distinte. Anche i bambini lo sanno.

Paola Iezzi

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Le fotografie sono di Paolo Santambrogio;
i ritratti sono stati realizzati in Sardengna, nel Sulcis.

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“Family Gardens” Editorial

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“Family Gardens” è un editoriale di moda nato da un’idea precisa e dalla collaborazione tra me, Paolo Santambrogio, il fotografo, e Vittoria Cerciello, la fashion editor.
Da tempo avevo in mente di realizzare una storia con i turbanti, ne ho parlato con Paolo che mi ha proposto di utilizzare i fiori; gli piaceva l’idea di vedermi “emergere” da fiori di vario genere.
Abbiamo coinvolto Vittoria, portandole degli esempi. A lei è piaciuta subito questa prima idea di partenza e ha suggerito di citare, di ispirarsi a “Grey Gardens” il celebre docu-film di Albert e David Maysles (1975) su una porzione della vita di Edith Bouvier Beale e Edith Ewing Bouvier Beale, rispettivamente le strampalate cugina e zia di Jaqueline Kennedy Onassis.
Trovata la location, una villa fanè dell’800 con uno splendido giardino all’italiana, abbiamo così cercato di trasformare, anche con l’aiuto della make-up artist Masha Brigatti, il mio look, per reinterpretare una sorta di Edith “Little Edie” Bouvier Beale odierna, suggerendo le tendenze moda dell’autunno-invero 2010 e, al tempo stesso, tentando di dare spazio ad una fotografia più libera e “artistica”. Il servizio è stato pubblicato dal mensile “Posh”, nel numero 32 di Settembre. Pubblico qui invece la versione integrale del servizio, completo di tutti gli scatti scelti.

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paolaiezzi.com, cominciamo…

Ciao a tutti, oggi inauguro qui un nuovo progetto. Box for creativity è uno spazio, un luogo “libero”, dove cercherò di dar “voce” a progetti creativi di arte, fotografia, moda, musica, design, web, …
Ogni segnalazione, ogni suggerimento sono ben accetti…
grazie, Paola Iezzi